Il falco e il falcone di Elide Ceragioli

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Descrizione

Quando e come lo “zero” assunse la dignità di numero?

Come e da chi la “Santa Casa di Nazareth” fu trasportata e ricostruita a Loreto?

Per quali strade il “Velo della Veronica” giunse a Roma, prima di essere poi portato a Manoppello?

Che fine ha fatto l’oro che i Templari hanno salvato dalla caduta di Acri?

Quale fu l’occasione che indusse Celestino V ad istituire la “Perdonanza”?

Chi o che cosa scatenò la distruzione di Lucera?

La risposta a queste domande è parte integrante della vita di Ruggero Da Flor (1268-1305), qui reinterpretata alla luce delle sintetiche e scarse notizie storiche fornite da Mario Veronesi.

La narrazione, ambientata, tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV, in Germania, Italia, Terrasanta e bacino del Mediterraneo, ed incentrata sulle origini, la vita e le avventure di Ruggero Da Flor, offre  un ampio, variegato e colorito affresco dei costumi, della società, della vita dei popoli del bacino mediterraneo e dei potenti dell’epoca.

Avendo come fulcro la battaglia di Tagliacozzo in cui muore il falconiere di Corradino di Svevia, padre di Ruggero, il racconto parte dall’infanzia del protagonista. L’ambientazione e la descrizione delle origini e di alcuni personaggi chiave della vicenda sono occasione per fare la conoscenza degli avi della famiglia Blum, per entrare alla corte di Federico II a Castel del Monte ed incontrare le migliori menti del tempo. La tragica vedovanza della madre, costretta a rifugiarsi nelle vicinanze del porto Brindisi, e le vicende che ne conseguono permettono a Ruggero ed al lettore di prendere contatto con il mare e con l’ambiente templare. E proprio dell’«Ordine del Tempio» il protagonista diventa membro attivo, vivace, a volte scomodo, ma sempre in evidenza. Dopo aver cambiato, latinizzandolo, il suo cognome da Von Blum in Da Flor, Ruggero condivide, a volte da spettatore, più spesso da protagonista e poi da vittima le vicissitudini dei Templari tra Italia e Terrasanta.

La narrazione accompagna il lettore a rivivere le avventure marinaresche e le sventure di Ruggero, capitano del “Falcone” e poi capitano di ventura e pirata, sempre in diretto coinvolgimento con i più salienti eventi storici dell’epoca ed i loro protagonisti.

La morte di Ruggero, pugnalato alle spalle a 37 anni (1305), interrompe il racconto, che termina, però, con un messaggio di speranza e di salvezza.

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