Perchè non sono femminista di Jessa Crispin
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“Agile, bellicoso, trascinante […] L’autrice non rigetta il femminismo in sé, ma la vuota e impotente «nuova era del femminismo superficiale».”
The Chicago Tribune
Negli ultimi anni assistiamo sempre più di frequente al fenomeno di attrici, cantanti e celebrità che proclamano la loro adesione al femminismo; contemporaneamente, sui social network e sui mass media sono sempre più all’ordine del giorno gli scandali legati alle molestie e le campagne contro i comportamenti sessisti. Ma qual è esattamente la natura di questo «femminismo» che tanto spesso viene chiamato in causa? Davvero basta condannare gli abusi sessuali e credere nel semplice principio che le donne hanno gli stessi diritti degli uomini, per potersi dichiarare femministe?
Questo pamphlet agguerrito e provocatorio ci mostra come il femminismo moderno, nel suo sforzo di essere il più inclusivo e universale possibile, abbia perso la sua carica rivoluzionaria, la capacità di legare la lotta per l’emancipazione femminile a una più ampia battaglia per il rovesciamento dello status quo, e come dietro il cosiddetto girl power si celi in realtà l’accettazione degli stessi valori del sistema patriarcale che crea l’ingiustizia e le disuguaglianze: il denaro, il potere, la sopraffazione del più debole in nome della realizzazione di sé.
Recuperando le teorie del femminismo del Novecento, Perché non sono femminista tenta invece di immaginare nuovi valori e nuove pratiche per costruire un progetto completamente diverso, insieme collettivo e radicale: «una rivoluzione totale in cui alle donne non sia semplicemente permesso di partecipare al mondo come già è, ma in cui siano parte attiva nel riformarlo».
Descrizione
Jessa Crispin
![Jessa Crispin Jessa Crispin](https://www.edizionisur.it/wp-content/uploads/2018/01/Jessa-Crispin.jpg)
Jessa Crispin (1978), blogger e attivista, è autrice dei libri The Dead Ladies Project e The Creative Tarot. Ha fondato le riviste letterarie online Bookslut e Spolia. Ha scritto inoltre per numerose importanti testate, tra cui il New York Times, il Guardian, il Washington Post e la Los Angeles Review of Books.
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