La sciarpa di canapa di Annamaria Tedeschi

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Annamaria Tedeschi, autrice amante della Scienza si laurea a 25 ani in Scienza Chimiche ed affronta il suo primo percorso di crescita personale e culturale durante i viaggi e gli studi affrontati per conseguire il titolo di Dottore in Scienze Chimiche. La sua formazione professionale si è poi estesa nell’ambito educativo-didattico, ad oggi svolge il lavoro di insegnante. Si è occupata, durante il perido dell’insegnamento a Roma, di progetti di Teatro & Scienza, convinta che il teatro faciliti l’immedesimazione e quindi la comprensione e l’interiorizzazione dei temi scientifici complessi. Continuando la sua sperimentazione teatrale nell’ambito educativo, Annamaria si è interessata a progetti di “Teatro & Comunicazione promuovendo, attraverso il teatro, il pluralismo e la diversità come opportunità di scescita.

Negli ultimi anni ha vissuto l’esperienza come insegnante in una scuola professionale di Parma, in cui si è riscontrata con il processo di integrazione. Duirante questa esperienza personale e professionale è nata l’idea di scrivere un racconto in cui si affrontassero problemi come immigrazione, razzismo, e come, tali dinamiche, possano essere risolte con valori universali come l’amicizia, la pace il rispetto per la natura.

Descrizione

Nel racconto “La sciarpa di canapa” l’autrice esalta l’amicizia esistente tra due ragazzine: Maya, una bambina Indù, e Xiu, una bambina cinese. Questa amicizia diventa l’energia universale per trasmettere agli altri bambini Indù, intolleranti verso Xiu, la necessità di imparare tutti a stare insieme, a rispettarsi e a rispettare le differenti individualità.

“… Basta osservare le piante esse sono diverse tra loro, hanno forme diverse, alcune sono alte, altre basse alcune hanno le foglie larghe e certe le hanno strette, vi sono quelle che donano il polline e quelle che lo ricevono, eppure tutte hanno bisogno di luce, si nutrono dello stesso suolo, si spartiscono l’acqua e i minerali del terreno. Le piante sono esseri viventi “sociali”, ma ognuna di esse mantiene la sua individualità”

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