Gruppo di Lettura ai Piccoli Labirinti:Photogallery


Eccoci arrivati al secondo incontro con il gruppo di lettura nato presso i Piccoli Labirinti

Giovedì 2 Marzo ore 18:00

Tema della serata: l’adolescenza

L’adolescenza è la fase nella quale l’individuo comincia a subire le modifiche somatiche e psicologiche e a perdere le caratteristiche dell’infanzia. La sessualità ha raggiunto la forma alloerotica(cioè bisogno del partner); il pensiero ha maturato le forme logiche, l’egocentrismo infantile è superato. Queste nuove strutture sono però appena abbozzate; ora hanno bisogno di essere consolidate. Ciò avviene nell’arco di tempo che va, approssimativamente, dai 10 ai 17/18 anni.

La fragilità somatica e psicologica del soggetto, in questa fase, è evidente e facilmente spiegabile se si tiene conto del lavoro per il consolidamento delle sue strutture fisico-psichiche che in lui si va compiendo. I ragazzi all’età di circa 11-12 anni possono presentare cambiamenti in gusto, aspetto e carattere.

Altro aspetto dell’adolescenza è dato dall’esperienza che ora il soggetto va facendo degli schemi mentali di tipo logico-formale. Il tipo operatorio-concreto del pensiero del fanciullo (5-8 anni) non consente al soggetto di immaginare il possibile fuori degli schemi della realtà, così come egli la vive e la sperimenta. Per il fanciullo il possibile è solo ciò che non è ancora avvenuto ma può avvenire. Il pensiero logico-formale consente, invece di concepire il possibile come ciò che non è contraddittorio. Mentre il fanciullo lavora di fantasia, ma il suo mondo fantastico è legato alla realtà delle cose concrete, si tratti pure di eroi spaziali o di mostri metà animali e metà uomini, il mondo fantastico dell’adolescente è costituito da ipotesi sociali, etiche, politiche, ecc., non reali, ma logicamente realizzabili[senza fonte].

Vi è un egocentrismo tipico dell’adolescente dato dalla tendenza a rinchiudersi in questo mondo fantastico, che lo può portare a grandi mete, ma anche ad aspre delusioni. Cronologicamente questa fase si colloca nella tarda adolescenza e nella prima giovinezza, tra i 14/15 anni e i 18/19 anni per la femmina e tra i 15/16 e i 19/20 per il maschio. Connesso con lo sviluppo del pensiero logico-formale vi è pure la maturazione degli schemi sociali.

Lo sviluppo della socialità comincia con il superamento dell’egocentrismo infantile verso i 9/11 anni, ma solo verso i 13/14 anni il sentimento della socialità orienta il soggetto verso rapporti di parità con gli altri e verso forme ideali di amicizia che non devono più rispondere alla necessità di avere compagni con cui giocare e divertirsi ma amici con cui coltivare ideali o condividere idee. Un fenomeno caratteristico della socialità adolescenziale è quello della solidarietà con i coetanei, sia nelle circostanze in cui uno ha bisogno dell’altro fino a portare a vere e proprie complicità delittuose, sia ad una solidarietà di classe che spesso porta a contestazioni di maniera nei riguardi degli adulti. Questa solidarietà di classe, mista a contestazione, si manifesta spesso in quella che viene chiamata crisi di originalità. L’adolescente sceglie per il suo comportamento condotte che lo distinguano da tutti gli altri, ma la sua attenzione è a tutto ciò che può distinguerlo dagli adulti.

Gli schemi della personalità di un individuo sono la risultante di fattori naturali e altresì di fattori culturali. Nei primi mesi di vita i fattori culturali tendono appena a condizionare il comportamento dell’individuo, per cui la condotta di un bambino di pochi mesi non differisce granché da quella di tutti gli altri bambini, ma più si avanza negli anni e più questi fattori contribuiscono a differenziare la condotta degli individui.

Le linee di comportamento qui descritte riguardo alle caratteristiche dell’adolescenza sono solo orientative per capire i soggetti in questa età, perché nella realtà molto forte sarà la differenza tra soggetto e soggetto a seconda dell’ambiente e dei fattori culturali che avranno concorso a condizionare lo sviluppo di ciascuno. Un’altra evidente caratteristica dell’adolescenza è la voglia di indipendenza associata al bisogno di avere una figura di riferimento. Questa particolarità determina i conflitti tra genitori e adolescenti.

La figura dell’adolescente, come persona in una prolungata fase di transizione problematica, non viene considerata dalla maggior parte delle società tradizionali. In esse spesso il passaggio dalla fase della vita “bambino” alla fase “adulto” viene (veniva) gestito da appositi riti di passaggio, che rappresentano in chiave simbolica l’allontanamento dallo stato precedente, l’attraversamento di una soglia liminale, e la reintegrazione nella società con un diverso stato.

Anche nelle società “occidentali” fino all’Ottocento si veniva considerati bambini fino all’età in cui non ci si poteva dedicare alle attività che la propria classe sociale prevedeva. Le rappresentazioni artistiche, letterarie o figurative, di “giovani uomini o donne”, anche di 10 o 12 anni, mostrano come venissero caratterizzati come “piccoli adulti”, vestiti come i genitori, intenti nelle stesse attività. Questo sia negli strati sociali più poveri, dove l’inizio del lavoro poteva essere anche a 6-7 anni, così come tra le élite, dove si poteva essere re o professori universitari anche a 12-14 anni.

Verso la fine del XIX secolo, nelle società europee, in particolare in Germania, Inghilterra e Francia, i profondi mutamenti sociali ed economici fecero sì che un grande numero di ragazzi giungessero a trovarsi in una condizione di vita fino allora non presente sociologicamente. In particolare nel mondo borghese, l’aumentata importanza dell’istruzione fino ad avanzata età, la proliferazione di college e scuole superiori, i lunghi periodi di apprendistato non produttivi necessari alla formazione nelle scienze più avanzate, crearono l’adolescenza come etichetta sociale prima non necessaria. Parallelamente, la diffusione di istituzioni e associazioni giovanili, come lo scautismo, le società segrete giovanili o il movimento giovanile tedesco (Wandervögel), così come il fiorire della letteratura sulla e per l’adolescenza, risposero alla necessità di creazione d’identità in questa nuova fase della vita.

L’aumento numerico dei casi di depressione negli ultimi anni non ha risparmiato gli adolescenti. Questa di solito porta il ragazzo a cadere in un vero e proprio abisso in cui si sente inutile, impotente, talvolta tormentato da sensi di colpa, vergogna o disperazione.

È uno stato che prende il posto di un normale processo di crescita e può arrivare ad ostacolare seriamente il futuro del giovane soggetto. Spesso si trascurano i problemi di umore dei ragazzi che vengono identificati con impertinenza, maleducazione e insolenza e quindi non presi in considerazione in maniera adeguata. Essi potrebbero essere all’origine di insuccessi scolastici, dipendenza di droga o alcol, disturbi del carattere fino ad arrivare a estreme condotte suicide.

Ragazze e ragazzi non esprimono allo stesso modo la loro depressione: le prime esprimono questo malessere spesso attraverso l’errata percezione del loro corpo mentre i ragazzi mostrano i loro disagi con aggressività mascherando tensione e sofferenza.

Le origini di queste depressioni si trovano nella famiglia dove a volte le interazioni tra genitori e figli risultano problematiche. Non bisogna però trascurare la pressione socio-culturale che nel rapporto con i pari e con gli educatori gioca un ruolo fondamentale.

(Wikipedia)

Dialogheremo insieme su questa fase della vita delicata ed affascinante al tempo stesso.

Ciascuno potrà portare un libro di riferimento e da noi troverete le proposte sul tema.

 

 

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