Sopravvissi non so come alla notte di Fabrizia Amaini

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Figlia di socialisti, zia Pinetta è nata con i primi scoppi del regime fascista ed è cresciuta nel tempestoso periodo del primo dopoguerra, fra le tribolazioni del quotidiano vivere contadino, nell’incubo continuo dell’avanzare inesorabile di una dittatura che tappa le bocche di suo padre e della sua famiglia.

Sposata con un fascista puro che non volta la faccia al suo duce nell’ora del tramonto e che, convinto fino in fondo della sua idea, va coscientemente incontro al suo destino, vive con tormento i rancori della sua gente, il sospetto e il malanimo, ma ne apprezza anche la complicità e la solidarietà nella disgrazia.

Questa storia è il lungo racconto di una donna ormai ultraottantenne che sente prossima la fine e affida alla nipote le sue memorie, in un dialogo acceso e incalzante. Il tempo andato risorge e si srotola in un carosello di animate battute e diviene racconto, favola vera e storia.

La narrazione è supportata da una ricca ricerca storica locale che spazia dagli avvenimenti di un piccolo borgo di campagna, al comune e alla provincia circostanti. È così che, dallo avvicendamento della piccola Storia, quella delle mediocri esistenze degli umili, emerge lampante e violento il nocciolo della questione della grande Storia.

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Descrizione

Fabrizia Amaini nasce a Correggio, Reggio Emilia, nel 1951. È docente di materie letterarie in una scuola secondaria e si dedica con passione alla ricerca storica locale e alla sua scrittura.

Ha pubblicato Il destino non mi avrà, Edizioni Serarcangeli e Andare. Andare. E come andavamo! Edizioni Fortepiano Pendragon, finalista al Premio Giovane Holden.

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